Il mondo dello sport italiano piange la scomparsa di un grande protagonista, Massimo Rossi, campione del mondo di motonautica nelle classi 250 e 350 è morto questa mattina a causa di un terrificante incidente durante una gara che si svolgeva in Germania.
Massimo aveva solo 24 anni, sin da piccolo aveva amato il mondo della velocità e la motonautica (una scelta insolita per un ragazzo italiano), la sua passione unita al suo talento gli avevano fatto raggiungere i vertici di uno sport adrenalinico al pari delle moto gp (dove il suo omonimo è il simbolo incontrastato) e proprio come il suo corrispettivo nelle moto su pista aveva messo tutti in riga diventando sin da giovanissimo il più forte al mondo.
Come detto in Italia non c’è molto seguito per questo sport, così, Massimo aveva accettato un contratto di lavoro in Germania che gli permetteva di crescere professionalmente e di avere una retribuzione superiore. Proprio il trasferimento in Germania, però, gli è stato fatale, l’incidente, infatti, è stato causato dalla pericolosità di un tracciato che in Italia (grazie a delle regole di sicurezza ferree) non sarebbe mai stato utilizzato: “Rossi, che aveva 24 anni, correva con licenza tedesca – spiega Iaconnini, Presidente della FerderMotonautica – perché aveva un contratto di lavoro in quel paese. L’incidente è avvenuto su un circuito pericolosissimo, con le nostre regole lì non si sarebbe mai corso”.
Proprio come tanti giovani in cerca di un futuro di gloria al seguito della propria passione Massimo Rossi ha perso la vita facendo ciò che più gli piaceva a causa della noncuranza di molti organizzatori che, a scapito della sicurezza dei piloti, cercano di creare dei circuiti sempre più adrenalinici al solo scopo di creare un maggiore profitto.