Lo sciame sismico che ha colpito la zona di Salton Sea (California) ha suscitato il panico degli abitanti e dei vulcanologi americani: questa notte oltre 200 scosse di magnitudo 4.0 sulla scala richter hanno fatto tremare il sud ovest degli Stati Uniti riaprendo l’annosa questione della stabilità degli edifici e delle strutture pubbliche in California.
Sappiamo che lo stato americano è uno di quelli a rischio sismico più elevato di tutto il pianeta, il rischio è dovuto alla vicinanza della famosa faglia di San Andrea il cui sfregamento ha già causato tragedie immani negli anni precedenti (l’ultimo del 2004 con magnitudo 6.0). Da tempo, inoltre, è atteso quello che gli americani chiamano “The Big One“, ovvero un terremoto devastante di magnitudo 9, si suppone che in una zona così a rischio e con delle previsioni del genere, lo stato abbia preso delle precauzioni per evitare una terribile catastrofe, ma sembra che non sia così: secondo una recente ricerca effettuata dal ‘Daily Mail‘ nelle aree interessate dall’eventuale terremoto (Palm Spring, Los Angeles, San Francisco) sia le fabbriche che molti degli edifici non sono stati ristrutturati secondo le norme antisismiche e questo in caso di un terremoto di tale entità comporterebbe un disastro di proporzioni epocali.
In realtà si tratta di una situazione nota ai più e lungamente dibattuta, inoltre, sembra che periodicamente questi sciami colpiscano la zona senza causare danni, ma allora perché i dubbi nascono esclusivamente dopo lo sciame sismico che si è abbattuto su Salton Sea? La località scossa dai sismi di questi giorni è pericolosamente vicina alla faglia di San Andrea, questo potrebbe essere un segnale che “The Big One” si stia avvicinando (Alcuni sostengono addirittura che sarebbe previsto non più tardi di una settimana) ed i vulcanologi americani sono molto preoccupati che questa eventualità si verifichi. Per questa ragione il centro di vulcanologia e geofisica degli Stati Uniti è esclusivamente concentrato sui movimenti tellurici legati alla faglia nella speranza di poter comprendere con anticipo l’eventuale catastrofe.