4 Ottobre 2016: la Chiesa Cattolica venera San Francesco d’Assisi

Il 4 Ottobre si celebra il dies natalis di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.

Nato ad Assisi il 26 Settembre 1181 o 1182, in una agiata famiglia della borghesia locale, la madre lo fece battezzare col nome di Giovanni (in onore del Battista); suo padre, al rientro da un viaggio di affari, vi aggiunse il nome Francesco, che via via sostituì il primo.

Dopo aver portato a termine i primi studi presso la scuola parrocchiale di San Giorgio, a 14 anni Francesco prese ad aiutare il genitore nella sua attività di commerciante di stoffe.

Quando nel 1202 gli assisani subirono la sconfitta, a Ponte San Giovanni, da parte dei perugini – nell’ambito di un conflitto che durava dal 1154 -, Francesco fu incarcerato.

Liberato “su cauzione” dopo un anno per le sue cattive condizioni di salute, tra il 1203-1204 pensò di partecipare alle Crociate e di raggiungere Lecce per unirsi ai cavalieri in viaggio verso Gerusalemme. Tuttavia durante il viaggio, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente e fece rientro ad Assisi.

Il suo biografo, San Bonaventura, narra che in quel periodo Francesco ebbe due rivelazioni notturne, in una delle quali udì una voce che lo interrogava: «Perché hai abbandonato il padrone per seguire il servo»?

Da quel momento l’animo di Francesco subì un profondo mutamento, avvertì nel suo cuore il desiderio di servire il Signore e si dedicò alla meditazione e alla carità.

Di ritorno da un pellegrinaggio a Roma proseguì nella sua città natale la sua opera caritatevole. Nel 1205, mentre pregava nella chiesa di San Damiano, udì il Crocefisso parlargli così: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina».

Dopo questo episodio Francesco vendette tutta la merce del padre, offrendone il ricavato al sacerdote della parrocchia di San Damiano affinché questi facesse riparare la chiesetta in rovina.

I genitori ormai vedevano in lui uno squilibrato, cosicché il padre lo fece segregare ma, appellatosi all’autorità vescovile, durante il processo Francesco “depose i vestiti e li restituì al padre”, e vestendosi del saio diede inizio alla sua nuova vita.

A Gubbio prestò assistenza ai lebbrosi, predicò nelle campagne e fu proprio qui, nei pressi della chiesa di Santa Maria della Vittoria, che Francesco ammansì il famoso lupo.

Nuovamente ad Assisi, sempre vivendo in povertà, iniziò le sue predicazioni e mano a mano a raccogliere seguaci. Dunque si recò a Roma e ottenne l’approvazione del pontefice per la costituzione del suo “ordo fratrum minorum”, l’Ordine dei Frati Minori.

Fondò poi il primo ordine monastico femminile, quello di Santa Chiara, che poi avrebbe dato luogo alle monache clarisse.

Lottò contro il catarismo, viaggiò in Germania, Francia e Spagna, poi fu in Israele e in Egitto dove, durante la quinta crociata, tentò di convertire il sultano nipote di Saladino.

Nella notte di Natale del 1223 a Greccio organizzò la rievocazione della nascita di Gesù, dando origine alla tradizione del presepe.

Nel 1224 ricevette le stimmate poi, stremato dalle malattie, due anni dopo morì, la sera del 3 Ottobre.

Un anno prima della sua morte, nel 1225, mentre si rifugiava nel piccolo convento di San Damiano, compose il “Cantico di frate Sole” o “Cantico delle Creature”, una ode al legame di fratellanza tra l’uomo e il creato, poiché tutto è permeato di Dio e tutti gli esseri, animati e inanimati, sono il riflesso della sua stessa immagine.

Fu proclamato santo da Papa Gregorio IX il 16 luglio 1228.

 

Michela De Minico