Si è tolto la vita impiccandosi in casa dell’anziana madre con la quale viveva da tempo, Salvatore Crisopulli, 47 anni, uno degli uomini coinvolti nell’omicidio dell’architetto di Carugo, Alfiero Molteni, ucciso la sera del 14 ottobre scorso da un colpo di pistola.
Di lui, di quest’uomo che non è stato in grado di reggere la pressione giudiziaria e mediatica piombata di nuovo sulla vicenda dopo l’arresto, avvenuto nella giornata di mercoledì, dell’ex moglie della vittima e del suo commercialista, con il quale la donna aveva una relazione segreta, si sa soltanto che è stato l’unico a non essere raggiunto mai da alcuna ordinanza di custodia cautelare. Il suo ruolo marginale nella vicenda lo aveva portato a patteggiare la pena appena un paio di settimane addietro.
Secondo le ricostruzioni, infatti, Crisopulli era arrivato a Carugo assieme a Vincenzo Scovazzo, suo conoscente, e li aveva esploso otto colpi di pistola in direzione della finestra della casa nella quale risiedeva l’architetto Molteni. Successivamente i due uomini si erano allontanati a bordo di un furgone bianco, grazie al quale i carabinieri sono riusciti a risalire all’identità degli aggressori. Raggiunto dagli inquirenti, ed ascoltato dal sostituto procuratore Pasquale Adesso, Crisopulli aveva poi reso spontaneamente delle dichiarazioni sul suo ruolo e su ciò che sapeva dei motivi per i quali quel danneggiamento era stato commissionato.
Tutto questo fino a ieri, quando i carabinieri si sono recati in casa dell’uomo per un ordinario controllo e lo hanno trovato privo di vita. Cosa lo abbia spinto ad un gesto simile resta purtroppo un mistero dato che non è stato rinvenuto nessun biglietto che possa fare luce su quest’ennesima vittima di un caso complicato.
Giuseppe Caretta