Non si placa il giallo e la polemica sulla vicenda di Marcheno, in provincia di Brescia. I sospetti sulla sparizione di Giuseppe Ghirardini, che si allontanò dalla propria casa il 14 ottobre dell’anno scorso e fu trovato 4 giorni dopo ucciso dal cianuro è che l’uomo fu costretto ad ingerire la cosiddetta droga dello stupro. La droga dello stupro è una sostanza stupefacente che “addormenta” il sistema nervoso, fa perdere la memoria, ipnotizza e sostanzialmente stordisce, facendo perdere il controllo al soggetto che rimane nella merce altrui.
Il sospetto consolida la certezza dei familiari, che da sempre sostengono che Giuseppe non si fosse suicidato, non volesse morire. Il portavoce delle sorelle dell’uomo, nonché l’amico, Roberto Stefana, sostiene: “Siamo certi che Beppe non si è ammazzato ma è stato, per così dire, costretto a togliersi la vita. Un nostro consulente tossicologo si è occupato dell’autopsia di Beppe, le sue osservazioni sono state consegnate in questi giorni al pm”.
Prosegue: “L’ipotesi è quella che Beppe sia stato narcotizzato con la cosiddetta droga dello stupro che toglie la volontà e fa compiere azioni a comando”.
La scomparsa di Giuseppe è legata a quella di Mario Bozzoli, ucciso e fatto sparire nella sua fonderia. Giuseppe doveva essere sentito dai carabinieri, ma poi sparì. Fatto zittire per sempre da qualcuno, con ogni probabilità.