Il segretario della Nato, Jeans Stoltenberg, è stato ieri in visita a Roma in occasione del 50esimo anniversario del Nato Defense College in Italia e non ha mancato, parlando con i giornalisti, di anticipare alcune questioni che riguarderanno i nostri militari nel futuro più prossimo: “Nel 2018- ha infatti sostenuto, un contingente di soldati italiani sarà inviato al confine europeo con la Russia. Farà parte di uno dei quattro battaglioni dell’Alleanza schierati nei Paesi baltici.”
Ma non è una missione di guerra, non è quasi mai una missione di guerra: “Si tratta- ha proseguito- di una presenza simbolica in una forza da 4mila unità. La missione ha la funzione di prevenire un eventuale conflitto”.
“Difesa e dialogo” sarebbero dunque i due pilastri attorno ai quali la Nato vorrebbe sviluppare il proprio sistema di intervento internazionale, che dovrebbe essere basato sul concetto di deterrenza, “un concetto che si è dimostrato valido per quasi settant’anni”, ha voluto ancora ricordare il Segretario. Oltretutto, “l’Italia sarà presto nazione guida del Vitf”, la forza d’intervento ultrarapida che la Nato sta mettendo a punto e con la quale progetta di essere in grato di intervenire sulla frontiera Est in un lasso di tempo massimo di 5 giorni. Prima di salutare l’uditorio, Stoltenberg ha voluto rimarcare un ultimo, importante concetto: “La responsabilità della Nato è prevenire la guerra. Conservare la pace. Per questo anche il linguaggio è importante e io non farò nulla per aumentare le tensioni. Anche perché non vedo minacce imminenti per gli alleati. Ce n`è una terroristica, ma non militare”. E accompagnato da un fragoroso applauso è sceso dal palco andandosi a sedere in platea.
G.C.