Ne è venuta fuori un’immagine frammentaria, certo, ma che ha espresso una percezione del tutto differente da quella che, spesso e volentieri, i media dipingono. Anzitutto la “percezione del pericolo terrorismo” non ha, dati alla mano, un peso così considerevole come sembrerebbe a primo impatto. Solo Turchia (76%), Francia (55%) e Israele (45%) sono staccati di molti punti percentuale dal resto degli Stati nel quale il sondaggio è stato condotto.
In italia, per limitarci al nostro Paese, solo il 13% della popolazione ritiene quella degli attentati terroristici una minaccia imminente, ben al di sotto, c’è da sottolinearlo, della media globale, che si assesta al 21%. La gran parte delle preoccupazioni dei nostri concittadini è tutta focalizzata sui problemi di natura economica. In Belgio, di contro, quella degli attentati è una preoccupazione che pervade il 38% della popolazione.
Non c’è però un a stessa reazione in ogni Paese colpito da attacchi. In Germania, ad esempio, pur avendo vissuto una costante tensione a causa dei recenti attacchi terroristici, la popolazione ritiene che il controllo dell’immigrazione e la situazione del settore sanitario siano fonti di preoccupazione ben maggiore di quella rappresentata dal terrorismo. La pensano così anche i britannici, con il distinguo di non essere un Paese sottoposto alla pressione emotiva di un attentato.
Situazione differente in America latina, dove spesso e volentieri i vari governi utilizzano il termine “terrorismo” per definire una serie di atteggiamenti criminali diversissimi. In Messico, il 60% della popolazione ritiene che esso sia la fonte di preoccupazione maggiore. In Argentina si arriva al 56% ed in Perù addirittura il 74%.
G.C.