Gigi Buffon torna a far parlare di se in senso negativo, questa volta non si tratta di una papera in campo (le solite critiche sulla sua età erano piovute all’indomani del clamoroso liscio contro la Spagna) ma di una dichiarazione sprezzante sui nuovi investitori cinesi che hanno rilevato le proprietà storiche delle due squadre di Milano: secondo il portierone azzurro, infatti, l’arrivo di investitori cinesi sarebbe una sconfitta del calcio italiano.
Una posizione quantomeno discutibile fondata forse su una visione miope ed autarchica dell’imprenditoria in generale, oppure guidata dal timore che gli investimenti esteri possano riportare altre squadre a competere per lo scudetto invadendo il campo d’allenamento della sua Juve. Sta di fatto che il calcio moderno prevede un esborso monetario notevole, sopratutto se si vuole competere a livello europeo (competitività che ci manca da diverso tempo in Champions se si esclude la vittoria estemporanea dell’Inter di Mourinho e la finale a sorpresa della stessa Juventus). L’arrivo di investitori esteri è stato un fattore decisivo in Inghilterra e Francia ed in minoro modo anche in Spagna e Germania, ha permesso la crescita esponenziale di quei movimenti e relegato l’Italia al ruolo di comprimario nel ranking Uefa.
Possibile che il capitano della nostra nazionale non si renda conto dei benefici di cui tutto il nostro movimento calcistico potrebbe usufruire con l’arrivo di investitori esteri? L’arrivo dei campioni internazionali è solo uno degli aspetti da considerare, i nuovi fondi potrebbero essere utilizzati per la costruzione di nuovi stadi e di strutture all’avanguardia per la crescita dei giovani fondamentali per la ripresa dei nostri club. Di questo avviso anche Demetrio Albertini che in un intervista al ‘Sole 24′ ha rifiutato la posizione di Buffon dicendo: “Sinceramente che gli investitori arrivino dall’estero puo’ starci. E’ successo in Inghilterra e in Francia, un po’ meno in Germania e in Spagna. Pero’ devono arrivare con delle finalità importanti e che possano salvaguardare non solo il lato business, ma anche il lato sociale legato al nostro sport”.