Omicidio di Como, il cognato: “Ho nascosto il cadavere di Nadia, ma non l’ho uccisa”

Una nuova svolta, che alimenta la complessità del caso, nell’ambito del ritrovamento del corpo di Nadia Arcuri, maestra di 35 anni residente in Svizzera e trovata cadavere – ma senza segni di violenza – nei boschi di Como. Il cognato, un tecnico informatico di 42 anni, sposato e con figli, è l’unico indagato per l’omicidio della maestra, ora come ora.

comoMichele Egli, questo il nome dell’indagato, si trova in carcere a Lugano ed è accusato di omicidio intenzionale e di occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, l’omicidio di Nadia è avvenuto venerdì scorso, fra le 17 e le 18. Quindi il suo corpo è stato portato oltre la frontiera ed abbandonato in una roggia. Ma l’uomo respinge le accuse di omicidio: egli ha ammesso di aver occultato il cadavere, ma di aver trovato la cognata in casa già morta.

A questo punto, per un “impulso irrazionale” avrebbe deciso di caricarla in auto e di nasconderla nel bosco. L’uomo ha sostenuto di aver nascosto il corpo per evitare ai familiari lo stesso choc che ha subito. Ma la sua spiegazione dei fatti non ha convinto gli inquirenti, i quali continuano ad accusarlo del delitto. Certo è, però, che manca il movente finora. Ed anche le modalità dell’omicidio non sono note: forse soffocamento. La polizia ritiene anche possibile che l’uomo stia “coprendo” qualcuno.