L’Unione europea prova a compattarsi davanti all’emergenza siriana. E’ stato infatti redatto, durante l’ultimo Consiglio europeo in svolgimento a Bruxelles, un documento ufficiale con il quale i leader del vecchio continente provano a far quadrato e azzardano, per la verità molto cautamente, un principio di fondo in politica estera.
In merito alle atrocità vissute dal popolo siriano, davanti alle migliaia di vittime, alle decine di migliaia di persone in fuga dalla guerra, guardando in uno dei pozzi dai quali arrivano gran parte di quei migranti che l’Europa setaccia e poi rispedisce indietro, i capi di stato europei hanno risposto con un documento che “condanna con forza gli attacchi da parte del regime siriano e dei suoi alleati, in particolare la Russia, su civili ad Aleppo; li richiama a mettere fine alle atrocità e a fare passi urgenti per assicurare l’accesso umanitario senza ostacoli ad Aleppo e alle altre parti del paese.” Poco, forse, troppo poco per una guerra che non accenna minimamente a placarsi.
“Il Consiglio chiede inoltre la cessazione immediata delle ostilità e il ripristino di un processo politico credibile sotto gli auspici dell’Onu. I responsabili delle violazioni della legge umanitaria internazionale e dei diritti umani devono essere portati a giudizio. E l’Ue -conclude il testo- sta considerando tutte le opzioni disponibili, se le attuali atrocità continuano”.
Presente anche il premier Matteo Renzi il quale, a margine della cena a porte chiuse svoltasi in serata, ha voluto fare il punto della situazione: “”Bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si faccia un accordo in Siria, ma è difficile che questo abbia a che vedere con ulteriori sanzioni alla Russia”
“Del resto – ha proseguito – questa posizione è la stessa posizione che i ministri degli esteri hanno approvato lunedì. Quindi credo che le espressioni che sono state trovate nel documento finale sono concordi nel dire che bisogna fare tutte le pressioni possibili perché si possa arrivare ad un accordo in Siria. Difficile immaginare che questo abbia a che vedere con ulteriori sanzioni alla Russia”.
Nessuno, ancora, è in grado di dire se una simile posizione possa avere effetti concreti sulla guerra siriana.
G.c.