E’ di stanotte la notizia di un incidente aereo avvenuto in Colombia, nei pressi del comune di La Unión, incidente che è costato la vita a 75 delle 81 persone a bordo. L’aereo, schiantatosi alle ore 4 italiane, trasportava la squadra del Chapecoense, formazione che milita nella Serie A brasiliana, e che era diretta a Medellin per sfidare i colombiani dell’Atletico Nacional nella finale di Copa Sudamericana.
Solo 6 i sopravvissuti: una hostess, il giornalista Rafael Valmorbidaa, il tecnico della squadra e tre giocatori: tra le 75 vittime figurano, oltre alla quasi totalità dei calciatori, anche tutti i membri dell’equipaggio e un folto gruppo di giornalisti brasiliani in viaggio per assistere e commentare una finale tanto attesa quanto insperata. Stando alle prime ricostruzioni, il velivolo avrebbe perso quota a causa di un problema all’impianto elettrico, mentre alcune fonti non ufficiali parlano di una riserva di carburante non sufficiente a coprire l’intero viaggio.
La tragedia del Chapecoense non può riportare alla memoria altre tragedie nel mondo dello sport, avvenute per incidenti aerei, lontane o vicine nel tempo e nello spazio. Non occorre infatti avere qualche anno in più per ricordare della tragedia di Superga, che causò la morte di 31 persone.
L’aereo che trasportava il Grande Torino, squadra che ai tempi figurava al vertice della classifica dei club italiani ed europei, di ritorno da Lisbona, si schiantò nel pomeriggio del 4 Maggio 1949 contro il terrapieno della Basilica di Superga, che sorge sull’omonimo colle poco lontano dal capoluogo piemontese. Perirono, oltre a tutti i calciatori del Torino, che rappresentavano inoltre lo zoccolo duro della Nazionale Italiana, i tre tecnici, tre dirigenti, tre giornalisti (tra i quali Renato Casalbore, fondatore del quotidiano Tuttosport) e i quattro membri dell’equipaggio.
Appena nove anni dopo a Monaco di Baviera, il volo 609 con a bordo 44 passeggeri, al terzo di tentativo di decollo dalla innevata pista di Monaco-Riem, si schiantò contro un edificio, causando la morte di 23 persone. L’aereo trasportava la squadra del Manchester United, composta in gran parte da ragazzi poco più che ventenni: i cosiddetti Busby Babes, dal nome dell’allenatore che li aveva scoperti e lanciati nel calcio che conta.
Sorti analoghe toccarono ai calciatori della Nazionale di Calcio dello Zambia, che nel 1993 si inabissarono a 500 metri dalla costa africana, e alla squadra di pattinaggio artistico americana, i cui membri perirono tutti nel disastro aereo di Bruxelles, che causò la morte di 73 persone.