Per ora c’è un solo, misterioso pseudonimo: Ari Goldstein. E’ lui l’hacker responsabile di aver compiuto un attacco informatico nei confronti di Kurt Eichenwald, penna di spicco di riviste del calibro di Vanity Fair e Newsweek.
E c’è una denuncia formale. Anche questo è un altro tassello della storia. Secondo quanto rilasciato dallo stesso giornalista, infatti, alcuni giorni fa lo sconosciuto criminale lo ha contattato via Twitter con un messaggio nel quale era scritto: “Ti meriti un attacco per i tuoi post”. Giusto una manciata di minuti, e la moglie di Eichenwald scrive a sua volta che il marito è stato preda di un attacco epilettico dopo aver visionato un video che era presente nel messaggio che lo sconosciuto gli aveva inviato.
Ma non basta. Sempre secondo quanto dichiarato dal giornalista non è la prima volta che la sua persona è oggetto di ritorsioni da parte di sconosciuti che lo attaccano per via delle sue prese di posizione. Durante l’ultima, durissima campagna elettorale, fu la volta di un sostenitore di Donald Trump. Ma tutto si risolse con uno scambio poco cortese di invettive, nulla a che vedere con ciò che è accaduto adesso. Come conferma lo stesso Simon Wiggelesworth, vice direttore esecutivo di Epilepsy Action: “Siamo sconvolti all’idea che qualcuno abbia fatto ricorso a simili metodi per causare un attacco ad un’altra persona. Le crisi non sono solo molto dolorose per chi le subisce, ma possono causare lesioni e, nel peggiore dei casi, essere fatali”.
In attesa di fare chiarezza sulla vicenda, il giornalista ha deciso comunque di sospendere il proprio account Twitter: “Questo non accadrà di nuovo. Mia moglie è terrorizzata. Io sono… disgustato”, ha commentato per giustificare la sua decisione e quella dei suoi cari.
G.c.