Sono 144 gli evasi dal carcere di Anisio Jobim, a Manaus, in Brasile, dopo la protesta di ieri sfociata in una sanguinosa sommossa.
La rivolta, che è durata in tutto 17 ore, è stata provocata da uno scontro tra detenuti di due organizzazioni criminali, il gruppo locale Fdn (Familia do Norte) e il Pcc (Primeiro Comando da Capital), con sede a San Paolo.
Dal penitenziario erano riusciti a scappare in 184, ma quaranta di loro sono stati prontamente riacciuffati dalle forze dell’ordine: gli altri invece hanno tagliato la corda tramite dei tunnel situati sotto il penitenziario, proprio come nei film hollywoodiani.
Le vittime sono 56, molte di loro assassinate con modalità barbare: alcune decapitate, altre bruciate vive o picchiate con bastoni e spranghe.
Come ha spiegato il ministro della Giustizia Fontes, “molte vittime sono state decapitate e tutte hanno subito molta violenza”. Il ministro ha inoltre sottolineato che “la crudeltà inflitta potrebbe essere un messaggio della Familia do Norte per i rivali del Primeiro Comando da Capital”.
Intanto partono i primi provvedimenti da parte del ministero della Giustizia nei confronti di coloro che hanno istigato la protesta: verranno tutti trasferiti in una prigione federale di massima sicurezza. Ora, in Brasile, è caccia agli evasi, che sono 144.