Chiunque abbia affrontato più di un volo si sarà imbattuto nel supplizio di dover sopportare il pianto inconsolabile di un bambino traumatizzato dal trovarsi su un aereo. La situazione per quanto spiacevole è senza soluzione e l’unica speranza è quella che i genitori riescano a placarlo permettendoti di riposare o semplicemente goderti il restante viaggio in maniera serena.
Questo vale indubbiamente per i voli low cost, ma lo stesso si può dire anche per la i voli più costosi e per la prima classe? Il quesito è stato posto dal quotidiano inglese online ‘Metro.uk.co.’ dopo che la modella e fashion blogger americana Arielle Noa Charnas ha raccontato la sua esperienza nell’ultimo volo effettuato da New York a Los Angeles.
La bella Arielle insieme al marito ed alla figlia Ruby avevano scelto un posto in prima classe per avere tutte le comodità necessarie ed un servizio migliore, malauguratamente il piccolo, appena il volo si è stabilizzato, ha cominciato a piangere senza sosta indisponendo non poco gli altri passeggeri desiderosi di relax. Dopo dieci minuti di proteste le hostess si sono viste costrette a fare retrocedere l’intera famiglia in economica.
La modella, scioccata per l’esperienza, ha voluto condividere il suo disappunto per la situazione che si è venuta a creare, anche perché per come è stata raccontata è sembrato un vero e proprio sopruso. Viene da chiedersi se i passeggeri del volo abbiano o meno figli e sopratutto se il loro benessere gli può permettere di essere al di sopra degli altri. Per quanto possa essere fastidioso il pianto di un bambino è giusto che i suoi genitori abbiano dovuto rinunciare ai posti che avevano pagato solo perché si trattava della prima classe? I passeggeri della classe economica avevano forse meno diritto a godersi un viaggio tranquillo?