Tra le miriadi di visioni distopiche che in questi ultimi quarantanni hanno affollato scaffali e canali televisivi, sicuramente quella che ha attecchito maggiormente nell’immaginario collettivo è quella legata alla diffusione di un virus letale che riduce l’umanità ad una specie animale legata ai soli istinti basilari.
In queste visioni gli “Infetti“, comunemente chiamati zombie, si diffondono a macchia d’olio e vanno alla ricerca dei sopravvissuti per cibarsene. A partire da ‘L’Alba dei morti Viventi‘, l’universo zombie si è ampliato e diversificato grazie all’ausilio di vari media, nei ’90 l’influenza dei ‘Resident Evil’ ha alimentato l’idea che un apocalisse zombie potesse essere diffusa da una società privata che lavora sul genoma umano, ma la vera e propria moda dei morti viventi si è sviluppata con il telefilm cult ‘The Walking Dead‘, il pregio di questa serie era quello di spostare il focus dalla sopravvivenza alla ricostruzione di una società post apocalisse.
Per comprendere quanto l’idea di una possibile apocalisse zombie abbia preso piede, basta analizzare il lavoro svolto da una classe di studio dell’Università di Leicester, il loro compito era quello di calcolare in quanto tempo l’umanità sarebbe stata distrutta da un virus di questo tipo, così, basandosi su un modello matematico di loro invenzione hanno calcolato il tempo necessario al virus per diffondersi e quello necessario affinché l’umanità venisse sopraffatta.
Secondo questo studio gli effetti del virus sarebbero deleteri: questo si diffonderebbe in appena 100 giorni, le persone immuni al virus sarebbero appena un centinaio e tempo sei mesi anche questi ultimi verrebbero uccisi o tramutati in zombie. Gli studenti hanno poi ammesso che il loro sistema di calcolo non è perfetto, perché lo sia dovrebbero inserire una percentuale che comprende l’uccisione degli zombie da parte degli umani sopravvissuti, voi sareste pronti ad affrontarla?