Si arricchisce di dettagli la vicenda dell’espulsione di Ben Dhiab Nasreddine, l’operaio originario della Tunisia che è stato arrestato e quindi espulso su decisione del Viminale in seguito a dei ‘chiari indicatori di radicalizzazione’ trovati anche nel web.
L’uomo è stato arrestato il 29 dicembre ad Edolo, in provincia di Brescia, e secondo gli inquirenti era unito ad una rete terroristica internazionale. Sulle tracce del 22enne tunisino c’era da tempo la compagnia dei carabinieri di Breno, su istruzione della questura meneghina. Anche sui social sarebbe stata evidente la radicalizzazione dell’uomo, che si era anche fatto scattare delle foto accanto ai presepi prima dell’arresto: foto inquietanti, alla luce di quello che accade dopo, cioè del suo arresto.
Il ragazzo, secondo anche il portavoce dell’antiterrorismo di Tunisi, era pronto a colpire. Egli farebbe parte di un gruppo che voleva attaccare in Tunisia e forse anche in Italia, nel corso delle festività previste per la fine dell’anno.
Il 22enne, secondo l’antiterrorismo, doveva procurare il materiale esplosivo. Il ragazzo, secondo la polizia, doveva compiere degli attentati in Italia ‘per ritorsione’ contro gli attacchi in Libia. Altre sei ordinanze di custodie cautelari sono state effettuate nei confronti di altri presunti terroristi. Tre, purtroppo, sono ancora latitanti.