Era una tragedia annunciata, quella avvenuta a Sesto Fiorentino, ad una manciata di chilometri da Firenze: un capannone occupato da una ottantina di migranti (per la maggioranza di origini somale, eritree ed etiopi) ha preso fuoco, scatenando l’immensa paura degli occupanti e portando alla morte di un somalo di 35 anni, soccorso immediatamente dai vigili del fuoco accorsi sul posto ma senza esito (l’uomo è morto con ogni probabilità a causa di un intossicazione dovuta al fumo denso sprigionato durante l’incendio). Altre due persone sono state portate in ospedale ma non rischiano al vita.
L’incendio è avvenuto in nottata ed è grazie all’intervento dei vigili del fuoco (giunti in 27 unità con 9 veicoli antincendio) se lo stesso non ha portato a conseguenze ben più gravi: i pompieri si sono attivati alla ricerca di eventuali persone intrappolate fino alle 2 di notte. Le cause dell’incendio sono accidentali: un braciere o un fornellino adoperati per riscaldarsi in queste notte di gelo avrebbe preso fuoco dopo un cortocircuito.
Si è immediatamente attivata anche la protezione civile, che ha distribuito decine di coperte, oltre ad aver messo in piedi una tendopoli per consentire ai migranti di non morire di freddo. Come annunciato dal vicesindaco di Sesto Fiorentino Damiano Sforzi: “Con la protezione civile stiamo allestendo le tende per permettere a queste persone di poter passare la notte”.