Il 14 Gennaio il calendario Martiriologo Romano ricorda un santo della Chiesa Cattolica poco conosciuto eppure, in alcune aree d’Italia, molto amato: San Potito martire.
Secondo la “Passio Sancti Potiti” del IX secolo, Potito sarebbe stato un tredicenne discendente di una ricchissima famiglia pagana, nato nel II secolo a Sardica, nella Dacia inferiore (l’attuale Romania), convertitosi al Cristianesimo contro la volontà dei genitori.
Gli si attribuiscono molti miracoli e guarigioni prodigiose; in particolare avrebbe liberato dal diavolo la figlia dell’imperatore Antonino Pio, lo stesso per mano del quale, nel 160 circa, il giovane perì.
Il ragazzo, infatti, fu dapprima esposto alle belve e gettato nell’olio bollente, poi condannato a morte e decapitato.
Il suo culto è iscritto nel ‘Liber Pontificalis’ napoletano del IX secolo e nel famoso Calendario marmoreo – scolpito tra l’847 e l’877 e custodito nell’arcivescovado del capoluogo partenopeo -, i quali lo riportano il 13 Gennaio, mentre il Martiriologo Romano lo menziona il 14 Gennaio.
Nel Medioevo si scambiò Sardica con la Sardegna, vista la diffusione del culto nelle Puglie (che ne fu il centro), e nell’isola che ne rivendica i natali.
San Potito è patrono principale della città e diocesi di Tricarico (Mt), e di Ascoli Satriano (Fg), ma il suo culto ebbe larga diffusione anche a Napoli, Capua, Benevento e in Irpinia, dove sorgono anche chiese a lui dedicate.
Le sue reliquie sono custodite a Tricarico, nella cattedrale di Santa Maria Assunta.
Una leggenda narra che un contadino che si recava ad Ascoli Satriano, nel tragitto perse il suo asino, che accidentalmente finì nei fanghi letali della Mefite. Poiché Potito sarebbe morto in quella località (nella Valle d’Ansanto, in Irpinia), il contadino gli rivolse una preghiera, cosicché riebbe il suo asinello e per di più rinvenne il corpo intatto del giovane martire, prodigiosamente riaffiorato dalla melma mortale.
MDM