20 Gennaio 2017: si festeggiano i Santi Sebastiano e Fabiano

Il 20 Gennaio la Chiesa Cattolica celebra la memoria liturgica dei Santi Fabiano e Sebastiano martiri.

Fabiano visse in un periodo tranquillo, sotto gli imperatori Gordiano III e Filippo l’Arabo, e fu il ventesimo vescovo di Roma e Papa dal 236 al 250, anno della sua morte.

Intrattenne rapporti coi cristiani d’Africa e d’Oriente, si dedicò alla riorganizzazione ecclesiale dividendo Roma in sette distretti, le cosiddette “diaconie”; risistemò i cimiteri cristiani e fece traslare le spoglie di papa Ponziano, morto nel 235, nelle catacombe di San Callisto a Roma.

Nel 249 Filippo l’Arabo venne ucciso a Verona dalle truppe del suo rivale Decio che, per ragioni politiche, intendeva ripristinare l’antica religione romana; l’imperatore infatti impose a tutti i sudditi romani di proclamare solennemente l’adesione al paganesimo tradizionale (pena la morte), sacrificando pubblicamente un animale. A costoro veniva successivamente rilasciato un libello, una sorta di certificato che attestava la qualità di buon seguace degli antichi culti.

Alcuni cristiani ricaddero nel paganesimo, altri escogitarono stratagemmi per ottenere il libello senza dover immolare agli Dei, altri si rifiutarono di abiurare e affrontarono la morte.

Papa Fabiano fu tra i primi a rifiutarsi di abiurare la fede cristiana e l’imperatore, che ravvisava nel Pontefice un nemico personale ed un rivale, lo fece imprigionare nel carcere Tulliano, dove il 20 Gennaio del 250 morì di fame e di stenti.
Fu sepolto nella cripta papale delle catacombe di San Callisto e onorato come martire.
Ma, nel XV secolo le ossa del santo furono donate alla città di Cuneo – attualmente collocate nella cappella delle reliquie del museo diocesano della Diocesi di Cuneo presso la chiesa di San Sebastiano -, in luogo di quelle di San Sebastiano, richieste per la nuova chiesa dedicata a questo Santo.

Sebastiano nacque a Narbona, in Francia, nel 263, ma fu educato a Milano.

Della sua vita si sa molto poco, se non che apparteneva all’armata dell’imperatore, godendo di uno dei primi posti all’interno di essa.

Era caro a tutti per le sue buone qualità, tanto che lo stesso imperatore lo fece capitano dei pretoriani.

Sempre indossando la veste militare, spinto da una fede ardente, dalla speranza e dalla carità, convertì molti alla religione di Cristo.
Smascherato dai pagani fu denunciato alle autorità, condotto davanti all’imperatore e giudicato.

Cosicché Diocleziano, sentendosi tradito, lo fece legare al tronco di un albero e ordinò che fosse ucciso a colpi di frecce, nel 304.

MDM