Lavoro, potere al popolo, fine del colonialismo americano, lotta al terrorismo. La ricetta di Trump per l’America

Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Ieri, attorno alle 18 italiane, il presidente repubblicano ha giurato sulla sua Bibbia di quando era bambino e così il suo vice. E poi ha pronunciato il suo primo discorso, un discorso che ha toccato il cuore profondo dell’America. Un discorso dedicato ai ‘forgotten’, ai tanti dimenticati dalle amministrazioni precedenti, alla classe operaia, ai poveri, a coloro che subiscono ‘crimine e droga’.

swearingDa oggi trasferiamo il potere da Washington a voi, il popolo, perchè troppo a lungo il potere è stato sfruttato da una minoranza. Washington ha prosperato, ma la gente non ne ha tratto vantaggio. L’establishment ha protetto se stesso, ma non i cittadini. Ma da oggi cambia tutto” ha dichiarato il Presidente.

Che ha anche sostenuto che l’America non si farà più gli affari degli altri Paesi: “Il Massacro americano termina qui e termina ora”, il riferimento neppure troppo velato alle campagne militari in Libia, Afghanistan, Yemen condotte più o meno in prima persona da Obama. Finisce il tempo di “finanziare gli eserciti di altri paesi e difendere i confini di altre Nazioni, ma non i nostri”.

Il discorso tocca il tema del terrorismo islamico, che ‘sradicheremo dalla faccia della terra’, e quello del benessere della classe media, degli operai. Il tasso di disoccupazione degli operai è cresciuto vertiginosamente nel corso dell’amministrazione Obama.
Trump tocca anche il discorso della tolleranza e dell’unione, religiosa e razziale. “Neri o bianchi, abbiamo tutti lo stesso sangue di patrioti” sostiene.
“Tutti abbiamo le stesse libertà e salutiamo la nostra grande bandiera americana. Non importa dove è nato un bambino, se a Detroit o in Nebraska, loro guardano tutti lo stesso cielo, hanno gli stessi sogni, hanno un profilo di vita dallo stesso Creatore. A ogni americano, da montagna a montagna, da oceano a oceano, ascoltate le mie parole: ‘La vostra voce, le vostre speranze, i vostri sogni, il nostro destino americano ci guiderà in questa strada. Renderemo l’America ricca e sicura di nuovo. E la renderemo grande ancora.’ Grazie, Dio benedica l’America.”
America first, America great again” e conclude così il discorso di una presidenza che si annuncia rivoluzionaria.