Stanno scatenando una vera e propria psicosi di panico nelle popolazioni dell’aquilano (e non solo) le recenti affermazioni rilasciate dalla Commissione Grandi Rischi, secondo cui lo sciame sismico che sta interessando il centro Italia – e che mercoledì mattina ha visto 4 scosse di magnitudo superiore a 5 nell’area compresa tra Montereale e Capitignano, a poca distanza dall’Aquila – sarebbe tutt’altro che in via di esaurimento.
Secondo la CGR, infatti, le faglie attualmente in movimento possono generare terremoti da 6 a 7 gradi richter.
“Non possiamo essere rassicuranti – spiega il presidente Sergio Bertolucci – Ma non vogliamo nemmeno creare panico. Bisogna essere prudenti, e per un cittadino questo potrebbe voler dire ad esempio contattare un ingegnere strutturista per controllare la stabilità della propria casa. Per gli edifici pubblici, l’invito è quello di monitorare in maniera sistematica scuole, ospedali e dighe”. Le zone in cui potrebbe ancora verificarsi un terremoto di magnitudo fino a 7 sono quelle attorno alla faglia che corre da nord-ovest a sud-est, tra il Monte Vettore e il Monte Gorzano. In queste aree, infatti, non si sono registrati terremoti recenti di grandi dimensioni, come specifica la Grandi Rischi.
Che mette in guardia anche da un altro possibile pericolo. “Nella zona di Campotosto c’è il secondo bacino più grande d’Europa con tre dighe – prosegue Bertolucci – una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è ‘l’effetto Vajont”.
Dichiarazioni che stanno preoccupando fortemente non solo gli abitanti delle zone interessate, ma anche sindaci e amministratori.