Ritirato dal mercato il Pangasio a causa degli allevamenti troppo inquinati

Gli appassionati di pesce sognano di poter mangiare ogni giorno ostriche, gamberoni imperiali e tagliate di tonno da 500 grammi, ma per non gravare troppo sulla tasca di tanto in tanto saranno stati abituati anche loro a giungere a compromessi. Negli ultimi anni, uno dei compromessi migliori era rappresentato dal Pangasio, non tanto per la sua bontà, ma per il rapporto carne ossa ottimale che permetteva di mangiare abbastanza e spendere poco.

Questo pesce d’acqua dolce, coltivato solitamente in allevamenti intensivi, viene importato generalmente da paesi orientali come Thailandia, Cambogia e Vietnam ed ha ottenuto un posto di rilievo nei mercati del pesce grazie al costo ed alla facilità e velocità di allevamento. Questa tendenza, però, è destinata a finire dato che sempre più rivenditori hanno deciso di boicottarne l’acquisto a causa del livello di inquinamento delle acque in cui questo viene allevato.

Così con un effetto domino tutte le più grandi catene di supermercati d’Europa hanno optato per sostituite il Pangasio dalle loro bancarelle di pesce, la Coop e la Esselunga hanno già interrotto la vendita, mentre Carrefour attendo la fine dell’ultimo stock per sostituirlo. Seguendo l’esempio delle catene di distribuzione anche la Regione Emilia-Romagna ha deciso di sostituire il Pangasio dalle mense scolastiche preferendo il pesce azzurro proveniente dal Mare Adriatico.