Arrestato il procuratore capo di Aosta: avrebbe fornito informazioni riservate ad imprenditore sotto inchiesta

Pasquale Longarini, il procuratore capo della Repubblica di Aosta, è stato arrestato lunedì su ordine dei pubblici ministeri di Milano. Longarini, che adesso è agli arresti domiciliari, avrebbe fornito “informazioni riservate al titolare di un caseificio sotto inchiesta» ed è indagato per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità” e quindi è incriminato ai sensi dell’articolo 319 quater del codice penale, introdotto nel 2012.

Il procuratore, secondo l’accusa e le informazioni a disposizione, avrebbe fornito delle informazioni relative a questione giudiziarie e amministrative che riguardavano l’imprenditore stesso. Il reato che viene contestato a Longarini prevede una pena massima da sei a dieci anni e sei mesi di reclusione per il pubblico ufficiale che ‘abusando della sua qualità o dei suoi poteri induce taluno a dare o promettere indebitamente a lui o a un terzo, denaro o altra utilità», o per chi «dà o promette denaro o altra utilità’.

La procura di Milano, che secondo le norme sulla competenza quando è parte in causa un magistrato è competente per la questione, ha sostenuto che l’imprenditore si occupava di distribuzione di alimentari in Valle d’Aosta, e che avrebbe avuto un vantaggio dalle informazioni che Longarini gli comunicava. Longarini era salito alle luci della cronaca quando si era occupato del caso di Cogne ed aveva chiesto la condanna in primo grado a 30 anni per Annamaria Franzoni.