Giunge in giornata odierna dalla Corte europea dei diritti umani la notizia che il governo italiano ha riconosciuto di aver commesso dei torti ai danni di sei cittadini riguardo a quanto successo loro nella caserma di Bolzaneto il 21 ed il 22 luglio del 2001, in seguito ai disordini ed alla repressione avvenuta durante il G8 di Genova.
Si tratta solo di un primo passo del governo italiano nei confronti dei 65 cittadini (tra italiani e stranieri), vittime di soprusi e violenza da parte delle forze dell’ordine, che hanno presentato ricorso presso la Corte europea dei diritti umani accusando lo Stato italiano di aver violato il proprio diritto a non subire maltrattamenti e torture e di non aver effettuato un’inchiesta penale inefficace alla risoluzione dei crimini commessi in quei due giorni a Bolzaneto.
Stando a quanto deliberato in due diverse sedute dalla Corte europea sui diritti umani, infatti, quello di oggi non è altro che un “Accordo amichevole” tra le due parti in causa, ovvero i sei cittadini hanno accettato un accordo monetario come risarcimento per i danni fisici e morali e per le spese processuali (45 mila euro versati a ciascuno), inoltre hanno ottenuto la soddisfazione della presa in carico delle proprie responsabilità da parte dello Stato italiano. Diverso il discorso per gli altri 59 cittadini, i quali non hanno ritenuto sufficiente l’offerta economica decidendo di portare avanti la causa contro il governo.
L’accordo sottoscritto dal governo, però, non si limita all’ammissione di colpe nella situazione specifica, ma precede anche un impegno al rispetto, presente e futuro, dei diritti umanitari sanciti dalla Convenzione Europea sui diritti umani e dell’istituzione di corsi specifici che educhino le forze dell’ordine al rispetto dei diritti fondamentali di ogni essere umano.