Spagna, l’Eta annuncia: “8 aprile consegneremo arsenali.” E’ disarmo

L’8 aprile 2017 è la data prescelta dal gruppo separatista basco dell’Eta per la deposizione del restante deposito di armi ed esplosivi ancora nelle mani dei suoi militanti. Un gesto che vuole rappresentare un passaggio, peraltro delicatissimo, del lungo processo col quale ci si incamminerà verso il definitivo scioglimento dell’organizzazione terroristica più longeva d’Europa.

Con una lettera inviata alla Bbc, i separatisti baschi hanno fatto sapere d’essere ormai “un’organizzazione disarmata” ma hanno anche avvertito che “il processo di pace non è ancora completo” e ciò, sostengono, a causa dell’indisposizione dei governi spagnoli e francesi, i quali rifiutano cocciutamente di sedersi al tavolo delle trattative e di avviare un dialogo diretto con i suoi delegati. Così domani, nella città di Bayonnem, nel sud ovest della Francia, l’Eta ha annunciato di aver indetto una grossa manifestazione che dovrebbe portare in città migliaia di persone “a sostegno del disarmo.” Un colpo di scena che ha l’evidente intento di sostenere questa sottilissima speranza di normalizzazione del conflitto basco.

Nessuna reazione, per il momento, arriva da parte del governo spagnolo. Ciò che si spera è che la consegna degli armamenti residui possa consentire ai giudici e agli inquirenti di reperire accidentali prove che possano aiutarli a risolvere quei molteplici casi di attentati che non hanno ancora trovato un colpevole materiale. Ma tutto ciò, per quanto sperato, appare tuttavia ben difficile, giacchè si ha la pressoché assoluta certezza che i terroristi abbiano avuto tutto il tempo di cancellare ogni traccia dagli arsenali ancora a loro disposizione.

Domani, ad ogni modo, potrebbe diventare una data incancellabile, per il lungo processo di pace al quale si tenta di dare finalmente una fisionomia stabile. Dal 20 ottobre 2011, quando l’Eta annunciò la tregua definitiva, nessun ulteriore attentato è stato commesso. Adesso, forse, ci sarà tempo anche per il lavoro che la politica è tenuta a svolgere.

Giuseppe Caretta