Erano frustrati a sangue sulle mani usando un cavo elettrico, venivano legati alla sedia finché non ripetevano correttamente le parole in arabo. Non venivano fatti giocare, dovevano solo studiare, imparare la religione ed il rispetto della tradizione. Sono stati arrestati i genitori di quattro bambini, tre femmine ed un maschio, di origine egiziana, di Torino. I due genitori, 37 e 44 anni, maltrattavano i loro bambini per fargli imparare l’arabo ad ogni costo.
Una storia di integrazione fallita, di un padre che pur avendo trovato lavoro in Italia rifiuta l’integrazione con la società occidentale e vuole piegare i figli alla propria religione ed alle proprie convinzioni, di una madre che lo appoggia a costo di far del male ai figli. Ora i bambini si trovano in una comunità protetta, solamente la bambina che ha due anni rimasta con la madre.
La loro voce racconta di cibo che manca, sveglia alle quattro del mattino per pregare, ore sui libri di arabo, scuola di arabo sabato e domenica. La bambina costretta ad indossare il velo, tutti e sette vivevano in una stanza senza riscaldamento, con bagno esterno. Cicatrici, causate dai lacci e dal filo elettrico. Fatima, la bambina, era sempre stanca. Diceva che voleva suicidarsi. “Preferisco morire piuttosto che vivere in questo modo” aveva detto. A quel punto gli insegnanti si sono rivolti alla procura ed hanno trovato una storia di terrore e orrore.