È stato condannato il leghista Mario Borghezio per le parole pronunciate nei confronti dell’ex Ministro Cecile Kyenge nel corso di un’intervista radiofonica del 29 aprile 2013 realizzata per il programma “La zanzara” di Radio 24. Ci sono voluti ben 4 anni per raggiungere un verdetto definitivo.
La sentenza finale è stata il risultato di una mediazione tra quanto richiesto da entrambe le parti chiamate in causa. La Kyenge intendeva essere risarcita con una somma di 140mila euro mentre, ovviamente, il legale di Borghezio aveva richiesto l’assoluzione per il suo assistito. I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno invece condannato Borghezio a versare, in risarcimento alla Kyenge, una somma di 50mila e a pagare una multa di mille euro per essersi macchiato di “diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale”. Nell’ottobre dello scorso anno il Parlamento Europeo aveva revocato l’immunità a Borghezio, che è anche europarlamentare.
Le parole che hanno messo nei guai Borghezio sono state: “Gli africani sono africani e appartengono a una etnia molto diversa dalla nostra”. Non contento, Borghezio aveva continuato nella sua dissertazione affermando che “Kyenge fa il medico, le abbiamo dato il posto in una Asl sottraendolo a un medico italiano”, e peggiorando di fatto la sua posizione. Borghezio, durante il dibattimento in aula, si è difeso affermando di non aver mai sostenuto la supremazia dell’etnia europea ma di aver fatto una critica all’esecutivo, critica che ha colpito la Kyenge in quanto punto debole di quel governo.
Maria Mento