Manchester, la storia di una quattordicenne vittima dell’attentato

La storia che andiamo a raccontare ha come protagonista Ella McGovern, una giovane ragazza di 14 anni, che stava comprando una magliettina all’ingresso, poco prima di entrare a vedere il concerto di Ariana Grande insieme ad un’amica.

Il padre, Rockey McGovern, riceve una chiamata dalla figlia subito dopo l’esplosione sentendosi dire queste parole prima che il telefono della figlia smettesse di funzionare “C’è sangue ovunque. C’è stata un’esplosione. Non riesco a muovermi“.

Il padre, un uomo di 39 anni, che si trovava in Scozia in quel momento, subito dopo la telefonata ricevuta si mette in macchina per andare dalla figlia “Stavo solo pensando ‘mio Dio, cosa faccio’. Ho deciso di vestirmi, di entrare in macchina e di guidare. Dovevo. Ho incontrato Ella e mia moglie presso il ‘Royal Manchester Children’s Hospital‘”.

La ragazzina era rimasta per terra con almeno 8 ferite alle gambe, dovute ai frammenti della bomba che era esplosa, e alcune di esse richiedevano delle suture urgenti. Il padre racconta di come la figlia sia stata aiutata da una donna straordinaria che le avrebbe tenuto compagnia mentre chiamava i soccorsi e i suoi familiari.

L’uomo una volta giunto in ospedale ha descritto così la situazione della figlia: “Credo che fosse ad una distanza di circa 15 metri dall’esplosione e che le sue orecchie siano perforate. Aveva detriti dappertutto ed era coperta di sporcizia e sangue dalla testa ai piedi. Nonostante sia una ragazza molto forte credo che quello che ha visto resterà un ricordo indelebile per la sua mente“.

Mario Barba