Modena, lezione di sessualità ai bambini. Genitori infuriati: “Troppo esplicita”

«Quando una donna e un uomo scoprono di piacersi desiderano stare insieme, parlano, giocano, fanno passeggiate e vanno al cinema. Talvolta sentono molto forte il bisogno di ricevere e dare tenerezza».  Comincia così l’opuscolo di educazione sessuale che un’insegnante di Modena ha deciso di consegnare ai propri alunni di quinta elementare.

Una brochure che ha sollevato un polverone di polemiche attorno alla scuola di Sant’Agnese, nel quartiere Vaciglio. Nelle immagini, infatti, venivano ritratti un uomo ed una donna nudi, abbracciati in un letto. Da questa scena, secondo le volontà della docente, ci si sarebbe inoltrati nel tema, tanto delicato quanto inevitabile, della sessualità. Ed il testo che correlava le immagini proseguiva in questo modo: “Allora il pene dell’uomo diventa grande e duro e la vagina della donna si inumidisce: per tutti e due è molto bello quando la donna fa penetrare il pene rigido dell’uomo nella sua vagina. I due – si legge ancora – lo fanno muovere avanti e indietro nella vagina e provano un piacere intenso. Sussurrano, ridono felici: sono i rumori che forse qualche volta hai sentito provenire dalla camera di mamma e papà”.

Palpabile il disappunto di alcuni genitori: “Mio figlio di dieci anni – spiega uno di loro – è tornato a casa molto incuriosito, dicendo che in classe si era parlato di questi temi e chiedendomi se faccio le stesse cose con la mamma.”

Un altro genitore precisa: “Qui ci sono insegnanti che perdono il senso della misura, e mi pare un po’ prestino per parlare di certe cose. Bastava un’infarinata sull’apparato riproduttivo senza scendere nei particolari”. A difesa dell’insegnante, che è stata comunque invitata a dare ragione delle sue scelte, arrivano le parole della preside dell’istituto, la quale sostiene che la richiesta di un approccio ‘esplicito’ fosse arrivata dai genitori dei piccoli alunni durante un’assemblea del 26 aprile: “Vista la comparsa di alcuni comportamenti di curiosità mista a malizia in ragazzini che a 11 anni manifestano i primi atteggiamenti tipici della preadolescenza – afferma la dirigente- era stato esplicitamente richiesto alle maestre di affrontare il discorso in maniera didattica in modo che ogni genitore potesse poi proseguirlo a casa in modo personale”. Parole che non sono bastate a placare l’ondata di proteste.