Ci sono alcuni particolari che non hanno ancora trovato una spiegazione, nell’attentato che ha sconvolto la Gran Bretagna lo scorso 3 giugno e che è costato la vita ad 8 persone.
Perché durante questi giorni gli inquirenti hanno raccolto tutte le tracce che sembravano loro importanti, ed alcuni dettagli sono risultati inspiegabili. Primo fra tutti, i coltelli. Quelli utilizzati da Youssef Zhagba, Rachid Raduane e Khuram Butt sono tutti e tre in ceramica viola. Perché? La marca è la “Ernesto”, una marca di non facile reperibilità. A che pro, si chiedono gli investigatori, non utilizzare dei coltelli comuni, più facili da acquistare e che non destino sospetti?
C’è poi un altro particolare, non meno inquietante del primo. Dopo aver messo fine all’assalto dei terroristi, gli agenti hanno perlustrato il van Renault utilizzato per l’azione. Al suo interno, con grande stupore, hanno rinvenuto 13 bottiglie di vino ricolme di un liquido infiammabile con un pezzo di straccio nel collo. Delle bottiglie molotov il cui ruolo resta non del tutto chiaro, se ci si prefigge l’obiettivo di sgozzare dei passanti con un coltello sino, presumibilmente, a quando non si verrà uccisi da qualcuno. Perché erano lì, dunque? Altro elemento degno di nota, infine, risultano essere dei borsoni ripieni di sabbia che i terroristi avevano posizionato all’interno del furgoncino. Su questo elemento, gli inquirenti sono arrivati alla conclusione, assolutamente non accertata, che possa essere stata una mossa atta a far apparire il mezzo carico di mobili, in modo da non destare sospetti. Ma, anche su questo punto, per il momento, non c’è alcuna certezza.