La lotta di Charlie, condannato a morte dai giudici. I genitori: “Vogliamo portarlo negli USA, c’è ancora speranza”

La storia di Charlie Gard commuove e divide l’Europa. Il piccolo Charlie, di soli 10 mesi, è affetto da una rara malattia genetica, per la quale in Europa, fino ad ora, i medici non hanno trovato cura. Il bambino finora è stato curato solo in Europa. Il desiderio dei suoi genitori, Connie Yates e Chris Gard, è di portarlo negli Stati Uniti, dove potrebbero sottoporre il piccolo ad un trattamento sperimentale che potrebbe curare la terrible sindrome dalla quale è affetto: quella di deperimento mitocondriale.

Questa malattia provoca l’indebolimento progressivo del sistema muscolare. Per i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra Charlie non ha speranze. Non gli lasciano neppure il beneficio del dubbio: contrariamente al volere dei genitori, i giudici della Corte Suprema Britannica hanno autorizzato i medici a staccare la spina al bambino. Ma i genitori non si sono arresi nel vedersi uccidere così un figlio. Hanno lottato: “Charlie è vivo, si muove, ci riconosce”. Ed hanno ottenuto dalla Corte Europea per i Diritti Umani la possibilità di tenere vivo il bimbo ancora per quattro giorni, martedì ci sarà la decisione.

La speranza è che venga data la possibilità ai genitori di Charlie di sperimentare negli USA una nuova tecnica di cura, pionieristica, che potrebbe dare la speranza al bimbo. I genitori hanno già raccolto 1,5 milioni di sterline per portare il bimbo negli USA. I genitori vivono in questi giorni con grande preoccupazione: “Ci hanno fatto vivere l’inferno” ha denunciato la madre di Charlie.

Roversi Mariagrazia