Nuovi missili a Kaliningrad per ordine di Putin, puntati su Berlino

Missili russi a Kaliningrad
Missili russi a Kaliningrad

La Russia ‘guarda’ Berlino. Schierando nuovi missili, nella fattispecie vettori Iskander, a Kaliningrad, enclave Russia ubicata tra Lituania e Polonia, in grado di raggiungere la città tedesca arrivando a sfiorare anche Copenaghen e Stoccolma; è quanto sottolineato da Stefano Stefanini, corrispondente da Washingont per La Stampa che parla di missili S 400, Iskander e Topom M, in grado di portare anche testate nucleari, messi in campo dal presidente Russo. “Sullo spiegamento – scrive il corrispondente – Washington e la Nato hanno pochi dubbi. Le capitali europee non ne parlano ma lo sanno bene. Mosca del resto non lo nega. Al contrario ne fa parte integrante della propria strategia militare in Europa”.

I missili di Kaliningrad, scrive ancora Stefanini, “non possono essere considerati una risposta alle misure della Nato. È la versione russa; sul piano militare è risibile. Missili e testate atomiche, da una parte, e quattro battaglioni dall’altra, sono incommensurabili. Intanto Mosca aveva messo in cantiere lo spiegamento da prima. Ma soprattutto per numeri, mezzi e minime infrastrutture, la ‘Enhanced Forward Presence’ serve soprattutto a scoraggiare; non potrebbe difendere contro la massiccia superiorità convenzionale russa – prosegue il giornalista – Si può sostenere che i missili di Kaliningrad siano un deterrente che garantisce a Mosca il corridoio di sicurezza verso il Baltico. Nessuno lo minaccia: non esistono piani o esercitazioni offensive Nato contro Kaliningrad. Tuttavia si trova nel mezzo della Nato e dell’Ue e nella percezione russa di sicurezza, insofferente della contiguità territoriale, Kaliningrad è a rischio per definizione”. Una situazione della quale ha parlato il generale John Rutherford Allen della Nato, definendola una “violazione gratuita del trattato Inf”, siglato nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, primo tassello di un percorso volto alla riduzione di armamenti convenzionali e, soprattutto, nucleari. L’abilità di Putin, sottolinea il corrispondente, sarebbe quella di “far perdere l’equilibrio agli avversari con mosse a sorpresa, spesso alzando la posta in gioco. Crimea e Siria sono esempi da manuale”; l’ultima mossa sarebbe però un voler giocare d’azzardo “con giocattoli pericolosi”.

Daniele Orlandi