Investito da una rom e muore. La denuncia dei figli: “Lo hanno derubato mentre agonizzava”

La storia di Oreste Giagnotto, un 58enne di Torino, è già sufficientemente tragica di per sé: l’uomo è morto il 12 maggio scorso mentre stava guidando la sua moto verso Borgaro, quando un furgone bianco guidato da una nomade di 21 anni ha fatto un’inversione a U senza preavviso. Lo ha colpito in pieno, lo ha lasciato agonizzante in mezzo alla strada. Poi ci ha ripensato ed è tornata indietro, costituendosi.

La donna, secondo il GIP che ne ha disposto la carcerazione, ha dimostrato ‘intolleranza alle leggi’ e sarebbe stata “spregiudicata nel porre in essere tali comportamenti”.
Ma i figli della povera vittima hanno anche qualche sospetto in più. Infatti l’uomo dopo l’incidente mortale non aveva più nelle tasche il suo portamonete ed il denaro che portava con sé. “Appena arrivati sul luogo volevano portarlo via subito e mia madre gli ha toccato le tasche dei pantaloni per recuperare almeno un portamonete a cui lui era molto affezionato” ha raccontato la figlia del 58enne.

Volevamo per noi alcuni suoi oggetti, invece non c’era nulla” racconta la figlia Gemma. “Come ogni venerdì aveva preso i soldi della cassa. Li aveva di sicuro in tasca, con i documenti e con il portamonete a molla che usava da trent’anni. Ma è tutto sparito. L’hanno derubato, mentre mio padre era agonizzante sull’asfalto, mentre mio padre stava morendo” ha denunciato la figlia, che non ha dubbi. “Abbiamo chiesto a tutte le autorità se avevano preso loro qualcosa ma assicurano di non aver toccato nulla. In fondo il resto della roba era al proprio posto…”. La figlia conclude con rabbia: “quello è che successo deve essere chiamato col nome giusto: omicidio”.

Roversi Mariagrazia