A soli quindici giorni dall’inizio del processo di Bergamo che avrà l’arduo compito di confermare o revocare la condanna all’ergastolo già ottenuta da Massimo Bossetti, è giunta la notizia che il presunto omicida della piccola Yara Gambirasio avrebbe tentato di togliersi la vita in carcere.
Lo ha rivelato il suo ex compagno di cella, Vincenzo Mastroberardino, che ai microfoni di “Oggi” ha parlato di un Bossetti irriconoscibile, moralmente distrutto dalla vicenda giudiziaria che lo ha colpito e dai tre anni di tempo che ha già trascorso circondato dalle mura di una casa circondariale. Situazione a cui si è sicuramente aggiunto il timore che la condanna all’ergastolo possa essere confermata, impedendogli definitivamente di tornare libero.
Le parole di Mastroberardino sono state chiare: Bossetti ha promesso di fare un gesto estremo, e ha già provato ad uccidersi. L’uomo sarebbe stato miracolosamente salvato. Al meccanico che è stato suo compagno di sventure per circa un anno Bossetti avrebbe detto di volere la superperizia del DNA perché è assolutamente sicuro che il profilo genetico rintracciato dagli esperti sul corpo di Yara non sia il suo. “Altrimenti sarei un pazzo a chiederla” sarebbero state le parole dette a Mastroberardino dallo stesso Bossetti per sostenere ulteriormente la sua innocenza.
Dal canto suo, le dichiarazioni rilasciate da Mastroberardino durante l’intervista si avvicinano molto a quelle già fatte, non troppi giorni addietro, dalla madre di Bossetti (Ester Arzuffi) per il programma televisivo “Quarto grado”. Il quadro che viene fuori da queste altre parole aiuterebbe a delineare la fisionomia di un uomo buono, incapace di mentire, pronto ad aiutare tutti e dedito alla preghiera ed alla religione. Un uomo che in carcere scrive e legge molto, nell’attesa che venga a trovarlo la moglie.
“In carcere non si fanno domande. Non ne ho avuto bisogno. Massimo è un libro aperto. Quando parla ti guarda negli occhi. Non riesce a nascondere nulla, non ti volta mai le spalle. E quando non parla prega e piange affondando la testa nel cuscino. L’ho sentito piangere di notte e di giorno. Quando riceve le lettere della mamma e della sorella, quando guarda le foto dei suoi bambini che ha incollato alla parete della cella, quando parla di suo padre Giovanni… La sua angoscia sono i figli. Teme di perderli”, sono state alcune delle frasi pronunciate da Mastroberardino su Bossetti e sul loro legame di compagni di cella.
Maria Mento