Bandito ucciso, indagato il poliziotto che sparò ai rapinatori: ‘eccesso legittima difesa’

È stato anche lui iscritto al registro degli indagati, per ‘eccesso colposo di legittima difesa’: si tratta del poliziotto non in servizio che il 12 giugno ha sparato ed ha ucciso un bandito, che col suo complice si stava apprestando – armi in pugno – a rapinare un uomo. Il fatto è avvenuto lunedì 12 giugno verso le 9 di mattina.
Il poliziotto aveva visto la scena coi suoi occhi: il dipendente del supermercato che esce con l’incasso – circa 9mila euro – per andare a depositarlo, i due col furgoncino che speronano la sua auto e scendono, passamontagna calato sulla testa e armi in pugno. Allora il poliziotto spara e uccide il bandito di 23 anni, Emanuele Taormina. L’altro rimane ferito gravemente. Sono stati raggiunti dai suoi colpi di pistola, nel tentativo di sventare la rapina.

Il sindacato, però, non ci sta all’iscrizione dell’uomo al registro degli indagati. “Quello che è successo a Guidonia è semplicemente il frutto dell’abnegazione verso i propri doveri e il forte desiderio di servire una comunità. Il collega poliziotto, libero dal servizio, è intervenuto per affrontare due delinquenti armati che avevano speronato un’auto a scopo di rapina, scegliendo di esporre la propria vita, con il solo nobile scopo di salvare e aiutare la vittima del reato” dice Gianni Tonelli, il segretario generale del Sap che ha scritto una lettera al capo della polizia.

“Quello che Le chiediamo è di prendere una posizione, di aprire immediatamente un procedimento premiale di promozione per merito straordinario, nei confronti di questo nostro collega che ha rischiato la vita, libero dal servizio, per aiutare un cittadino. Questa è l’unica verità ed è quella che noi Le chiediamo di sostenere immediatamente…”.

Roversi Mariagrazia