A Tenerife tra gli italiani “Illustri” compare la foto di Totò Riina

A chiunque abbia fatto un viaggio all’estero non risulterà difficile credere che in un ristorante di Tenerife, in mezzo ad altri italiani “Illustri”, campeggi la foto del capo dei capi, il boss di ‘Cosa nostra’ Totò Riina. Per qualche strana ragione, infatti, in giro per l’Europa piace associare gli italiani agli atti di mafia ed ai mafiosi, come se questi facessero tutti parte dell’associazione criminale. Per quanto possa essere offensivo questo illecito parallelismo, riscontra il favore di molti cittadini europei, del mondo, e purtroppo galvanizza una massa di soggetti anche in Italia che reputa questa associazione come un “Tributo” alla pericolosità degli italiani.

Così stupisce (ma non troppo), che nel suscitato ristorante la faccia di Riina si trovi accompagnata da quella del ‘Divin codino‘ e degli eroi di Berlino 2006. La foto in questione è stata pubblicata questa mattina da ‘Repubblica’, ma è stata anche condivisa con toni entusiastici sul proprio profilo Facebook dal figlio del Boss, Salvo Riina. Nel post il figlio di Riina scrive: “Alcuni miei grandi amici della Romania si sono trovati in questo ristorante e guarda guarda che fotografia c’era sulla parete assieme ad altri personaggi italiani famosi nel mondo… Grazie amici miei”.

Se il commento del figlio del boss per quanto fastidioso non sorprende, appare maggiormente disdicevole che molti dei commenti a riguardo sono di persone che esaltano la figura di un uomo che è responsabile della morte di civili innocenti, bambini compresi. Se, quindi, un manipolo di utenti Facebook si associa alla felicità del figlio del boss, per fortuna altri si indignano è fanno notare come sia assurdo celebrare un pluriomicida: “Quello che mi fa più schifo è tutta la gente che scrive ‘zio Toto’ Number one!”, un altro scrive: “A me non fa tanto effetto vedere il figlio del pluriomicida esultare per il ritratto del papà appeso in un ristorante, quanto leggere i commenti al post di tutte quelli che lo ritengono un grande”.

F.S.