Ricordiamo tutti il terribile sisma magnitudo 6.0 che a fine agosto del 2016 aveva messo in ginocchio i borghi del Centro Italia, Arquata del Tronto, Accumuli, Amatrice. 299 morti, innumerevoli feriti, tantissimi gli sfollati. Un anno dopo, quasi tutti non hanno ancora un tetto sulla testa: sono 4mila gli sfollati che non hanno più una casa. Il grosso problema è che a fine agosto (il 26, ad un anno preciso dal primo terremoto) scadrà il contributo di autonoma sistemazione elargito dal governo.
Il contributo consiste in un massimo di 600 euro al mese, e massimo 200 euro per ogni componente del nucleo familiare (300 se il nucleo è composto da una sola persona) con contributi aggiuntivi anche oltre il tetto dei 600 euro al mese in caso di persone anziane, handicappati e disabili oltre al 67%.
“Il secondo comma dell’articolo relativo al Contributo di Autonoma sistemazione spiega che i benefici economici sono concessi non oltre la data di scadenza dello Stato di Emergenza. Tale scadenza, al termine della proroga, è fissata per il 19 agosto 2017” ha detto l’avvocato Riccardo Bucci.
Se, quindi, il governo non prorogherà la misura, i terremotati non avranno più un euro dallo Stato. Basti pensare che la ricostruzione ancora non è partita e la consegna dei moduli abitativi è in grandissimo ritardo. Il rischio è che tanti terremotati, l’inverno che arriverà, siano ancora senza un tetto.
“Attualmente, senza interventi, il rischio è che i Comuni possano il 20 Agosto “chiudere i rubinetti” e non liquidare più un contributo ancora fondamentale. Ciò che serve è dare certezza a una popolazione che continua a vivere alla giornata senza alcuna prospettiva o idea su quello che sarà di essa, neanche da qui a due mesi” continua Bucci.
Roversi Mariagrazia