Sale la tensione tra Israele e la Siria. Per la seconda volta in due giorni, infatti, un incidente militare è avvenuto al confine fra i due Paesi. L’aviazione di Tel Aviv ha colpito delle postazioni delle forze governative di Damasco, distruggendo due carri armati ed una mitragliatrice pesante.
Il tutto è confermato da un Tweet dello stesso esercito israeliano: “In risposta alle oltre 10 granate sparate dal territorio siriano e cadute in Israele, l’aviazione ha attaccato le posizioni da cui è partito il fuoco. Inoltre sono stati attaccati due carri armati appartenenti al regime siriano,” afferma il comunicato. L’azione, dunque, è stata una risposta a “diversi proiettili siriani lanciati nei confronti di Israele” sulle alture del Golan.
Era stato lo stesso Benjamin Netanyahu, intervenendo domenica, a chiarire i termini della questione: “La nostra politica è chiara- aveva detto-: non tollereremo alcuna ricaduta nel nostro territorio. Nè di mortati, nè di razzi o di qualunque altra natura. Risponderemo con la forza a qualsiasi attacco sul nostro territorio o ai nostri cittadini.”
Seppur senza essere ufficialmente coinvolto nel conflitto siriano, lo stato di Israele ha portato a compimento diversi raid aerei in Siria sin dal 2013, giustificando sovente le sue manovre con la necessità di indebolire le vie di rifornimento di armi del vicino movimento Hezbollah, attivo in Libano ed aperto nemico dello Stato ebraico.