Il ‘Muslim Ban‘, l’ordine esecutivo che impedisce l’ingresso negli Stati Uniti dei cittadini islamici provenienti dai 6 paesi a maggioranza musulmana, potrebbe presto divenire realtà: dopo una serie di bocciature avvenute in seguito a delle sentenze promulgate da tribunali locali o statali, la Corte Suprema americana ha parzialmente approvato la prima azione politica del governo Trump giudicando lecito il blocco all’ingresso di cittadini musulmani provenienti da Iran, Libia, Somalia, Sudan, Yemen e Siria che sono privi di relazioni familiari o lavorative negli States.
La prima vittoria legale di Trump sul contestato decreto, sebbene si tratti di una vittoria parziale, è probabilmente il primo passo verso la definitiva approvazione del Muslim Ban. In precedenza i tribunali minori avevano giudicato l’ordine esecutivo come incostituzionale in quanto espressione di una discriminazione religiosa. Su questo aspetto, però, la corte costituzionale non si è espressa e la decisione a riguardo verrà presa dopo un ulteriore analisi.
L’apertura al bando dei musulmani è una vittoria ottenuta grazie ad una precisa strategia politica del presidente USA che ha provveduto ad un “Cambio di forze” verso la destra estrema nella Corte Suprema grazie alla nomina del giudice Gorsuch. Questa sentenza probabilmente aprirà un nuovo dibattito sul rispetto della diversità religiosa, ma questa volta non si riuscirà a bloccare nuovamente l’ordine esecutivo, anche nel caso di controlli approfonditi e irrispettosi nei confronti di donne e bambini come capitato alla sua prima applicazione.