L’ultima carta che i legali di Massimo Bossetti vogliono giocarsi è quella del ritrovamento del corpo della giovane Yara in un luogo diverso da dove è avvenuto l’omicidio.
Una fotografia satellitare scattata il 24 Gennaio del 2011 rivelerebbe infatti che il corpo della ragazza si trovasse in un altro luogo rispetto al campo in cui è stato successivamente rinvenuto.
Il processo d’appello inizierà domani mattina a Brescia e l’avvocato Claudio Salvagni crede che grazie a questa fotografia si possa in qualche modo incrinare l’accusa secondo la quale il corpo di Yara Gambirasio fosse rimasto per 3 mesi a Chignolo d’Isola.
La prova, definita “granitica”, della Corte d’Assise di Bergamo rimane però il DNA, prelevato dagli slip e dai pantaloni della ragazzina, che corrisponde a quello di Bossetti. Una prova che lo condannò all’ergastolo il 1 Luglio 2016.
Secondo i giudici della Corte d’Assise fu lui infatti a seviziare con un coltello e in seguito abbandonare nel campo di Chignola d’Isola la giovane Yara che poi morì in seguito alle ferite e al freddo di quella notte del 26 Novembre 2010.
Mario Barba