Braccia e dita mutilate a ragazzi perché albini: ora tornano a rivivere grazie alle protesi

albiniC’è una storia della quale non si parla molto, in Europa. Forse perché coinvolge la profonda Africa, dove la modernità cozza spesso con superstizioni violente, e difficili da sradicare.
Come quella che colpisce i ragazzi albini. Secondo alcune tradizioni dell’africa subsahariana, specialmente la Tanzania, i bambini albini sarebbero maledetti, portatori di demoni. Fra l’altro si crede che attraverso i loro arti si possano creare delle pozioni magiche che garantiscono ricchezza. Ecco perché i giovani albini sono in pericolo, fin da piccoli. Vengono rapiti, uccisi, mutilati ancora vivi, per cercare di tirare via da loro un arto che dopo verrà venduto a chi crede nelle superstizioni per moltissimi soldi.

Omicidi rituali, molti bambini che spariscono non vengono più trovati e i numeri sono incalcolabili. Il corpo di un albino vale fino a 65mila euro. Un business dell’orrore. Le comunità religiose cattoliche hanno cercato a lungo di combattere questa superstizione, e oggi cercano di tutelare queste persone dalla violenza che vuole abbattersi su di loro.
In Tanzania però ci sono anche storie di speranza: come quella del gruppo di bimbi albini che ha subito la mutilazione degli arti da parte di cacciatori di uomini, ma hanno ricevuto le protesi da un ospedale infantile di Philadelphia. Quelle protesi che potranno aiutarli a condurre una vita normale.

Baraka Cosmas, 7 anni, ha subito la perdita di mezzo braccio destro; Mwigulu, 14 anni, tutto il braccio sinistro. Invece Pendo, 16 anni, ha perso il braccio fino all’altezza del gomito ed Emmanuel, 15 anni, braccio destro e dita della mano sinistra.
I bambini hanno ricevuto le protesi dell’ospedale e si sono recati negli USA per ottenere quelle di ricambio, sotto la cura della fondazione no profit Global Relief Found, che si occupa di assistere gratuitamente dal punto di vista sanitario i bambini dei paesi poveri.
Un piccolo raggio di speranza in una storia, ancora poco nota, di puro orrore.

Roversi Mariagrazia