Assolta da ogni accusa perchè il fatto non sussiste. Finisce l’incubo di Daniela Poggiali, infermiera di 45 anni accusata di aver iniettato una dose letale di potassio ad una paziente.
I fatti risalgono alla fine del 2014, quando la Poggiali, sospettata per il decesso della paziente Rosa Calderoni avvenuto l’8 aprile di quello stesso anno, viene arrestata nel corso di un blitz messo a segno dai carabinieri nella sua casa di Giovecca di Lugo.
L’indagine sull’infermiera cresce a vista d’occhio, tanto che la 45enne viene presto sospettata di decine di omicidi nel corso della sua lunga carriera.
L’imputata in primo grado fu condannata a Ravenna all’ergastolo perché riconosciuta colpevole di avere iniettato una dose letale di potassio alla 78enne Rosa Calderoni. Il giudice, nella sentenza di condanna, aveva scritto che la Poggiali è una donna “fredda, intelligente e spietata”. La procura aveva chiesto la massima pena più l’isolamento diurno per un anno e mezzo, che è stato invece escluso, come l’aggravante dei motivi abbietti.
Il processo d’appello è partito all’inizio di quest’anno, con una nuova perizia che è risultata poi decisiva per scagionare la 45enne. Ora la procura potrà fare ricorso in cassazione: nel frattempo, Daniela Poggiali è libera di far rientro a casa.