Vivere in strada non è reato: Cassazione annulla condanna a clochard

Vivere in strada non può essere considerato reato. Lo ha stabilito la Cassazione, che ha assolto un clochard condannato in prima istanza a pagare mille euro di multa.

Un uomo di Palermo, di 40 anni, era stato infatti condannato dal tribunale del capoluogo siciliano per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, reato previsto all’articolo 650 del codice penale. I fatti risalgono al 2010: il clochard non aveva rispettato l’ordinanza del sindaco, che imponeva il divieto di “bivaccare e predisporre accampamenti di fortuna per non alterare il decoro urbano ed essere d’intralcio alla pubblica viabilità”.

Nel corso del processo, l’avvocato difensore dell’uomo – di nazionalità italiana – ha ravvisato che il suo assistito fosse senza fissa dimora e “versasse in stato di necessità, situazione tra le quali doveva essere compresa l’esigenza di un alloggio”. Un’osservazione che ha trovato concorde la Cassazione.

“L’ordinanza del sindaco è una disposizione di tenore regolamentare data in via preventiva ad una generalità di soggetti, in assenza di riferimento a situazioni imprevedibili o impreviste – spiega la prima sezione penale – e pertanto non è sufficiente l’indicazione di mere finalità di pubblico interesse”.

La Corte di Cassazione ha quindi provveduto ad annullare la precedente condanna inflitta al clochard italiano, con la motivazione che il fatto non sussiste.