L’ennesima provocazione di Kim Jong-un potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Gli Stati Uniti e la Corea del Sud, infatti, starebbero seriamente pensando ad un intervento militare nei confronti della Corea del Nord.
A riferirlo è il Pentagono, e stavolta la presa di posizione USA non sembra una semplice avvisaglia, ma qualcosa di più. Evidentemente, il lancio di un nuovo missile balistico intercontinentale, il secondo dopo quello del 4 luglio – che è caduto nella Zona Economica Esclusiva nipponica, ovvero entro 200 miglia dalla costa del Giappone – ha fatto propendere per un atteggiamento più muscolare da parte degli Stati Uniti. “Nella chiamata Dunford e Harris hanno confermato l’impegno inviolabile dell’alleanza tra gli Usa e la Corea del Sud”, ha reso noto l’ufficio del generale Dunford.
Il 4 luglio era stato lanciato il missile Hwasong-14. Stavolta, invece, dovrebbe trattarsi di una versione nuova o potenziata, dato che il primo restò in volo per 37 minuti mentre il secondo per 45.
A Kim Jong-un manca solo un passaggio per diventare a tutti gli effetti una potenza nucleare di primo piano, ovvero realizzare una testata atomica miniaturizzata da inserire all’interno di un missile Icbm. Per gli USA la Corea del Nord potrebbe effettuare quest’ultima evoluzione già nel 2018, entrando così nel novero delle potenze atomiche.