Orrore in Danimarca; il corpo della giornalista freelance svedese Kim Wall, che il 10 agosto era scomparsa dopo essersi imbarcata sul sommergibile di Peter Madsen affondato qualche ora più tardi, è stato trovato in mare. Il corpo della donna era un busto senza arti e braccia, uno spettacolo terrificante e solamente il controllo del Dna ha potuto confermare che il corpo, trovato lunedì, fosse effettivamente quello di Kim Isabell Frerika Wall.
Il 10 agosto la giornalista si era imbarcata su un mini sottomarino privato del 46enne Madsen, inventore molto noto nel Paese, ingegnere aerospaziale e cofondatore di Copenhagen Suborbitals. Il sottomarino era l’ultima invenzione di Madsen e la donna avrebbe dovuto fare un reportage proprio su di esso, da pubblicare su Wired Magazine. L’11 agosto, il fidanzato della donna lancia l’allarme perché non riesce più a connettersi con Kim. Le ricerche scattano, si ottiene una connessione con Madsen che spiega di aver avuto ‘problemi tecnici, ma nulla di grave’. Poche ore più tardi, il sottomarino si inabissa. Madsen si salva, di Kim non c’è più traccia. Madsen è stato accusato di omicidio, e lui sostiene che Kim è morta in un incidente e lui avrebbe seppellito ‘il suo corpo in mare’.
“C’è stato un incidente a bordo della mia imbarcazione e Kim è morta: ho gettato il suo corpo in mare” aveva detto Madsen. Ma se davvero è stato un incidente, perché non ha portato il corpo a riva? E perché all’inizio ha detto di aver lasciato il corpo di Kim su un isolotto?
Fino al ritrovamento del corpo in mare, sulla riva di Copenaghen; mutilato in modo che gli esperti hanno definito ‘deliberato’. Dopo qualche giorno, la conferma: i poveri resti sono di Kim.
“C’è una corrispondenza tra il DNA di Kim Wall e i resti ritrovati” ha scritto la polizia danese. I sospetti delle autorità sono che Madsen abbia volontariamente affondato il sottomarino e ucciso Kim. Ma perché? La soluzione del giallo è ancora all’inizio.
Roversi MG.