La storia del cosiddetto assalto al centro accoglienza di Tiburtina III in via Frantoio, potrebbe assumere una piega diversa, secondo la testimonianza di Pamela, la donna rimasta bloccata nel centro di accoglienza dove era andata dopo che, a suo dire, uno straniero aveva cominciato a lanciare sassi a suo figlio che si trovava nel passeggino.
La donna si è fatta fotografare i lividi su tutto il corpo che ha avuto dopo essere entrata nel centro di accoglienza per chiedere conto all’aggressore del perché avesse colpito suo figlio. La donna stava passeggiando con i nipoti ed un’amica, che portava a spasso assieme al bambino di un anno e mezzo.
Dopo che un eritreo (probabilmente con problemi mentali) li ha aggrediti scagliando loro addosso dei sassi, Pamela ha reagito. “Ieri sera i miei nipoti di 10 e 12 anni stavano passeggiando insieme a un’amichetta di 15 anni. Con loro avevano mio figlio di un anno e mezzo nel passeggino, stavano cercando di farlo addormentare. A un certo punto si è avvicinato questo eritreo, diceva cose che non capivano, si avvicinava al piccolino e lo indicava. Loro si sono spaventati, gli hanno detto di andar via e lui gli ha lanciato contro i sassi. Sono tornati da me piangendo. Non ci ho visto più, ho preso con me il mio nipotino di 12 anni e sono scesa a cercarlo”.
E lì comincia l’inferno, perché nel centro accoglienza Pamela, da sola, viene percossa da tante persone. Da qui sarebbe fuoriuscita la rivolta del quartiere intero contro gli stranieri.
“Io gli sono corsa dietro, ma quando ho oltrepassato il primo cancello, me lo sono sentito chiudere dietro. Poi ho visto arrivare gli altri immigrati. Mi hanno buttata a terra, mi hanno tenuta giù, hanno preso mio nipote per il collo. Io urlavo, poi sono arrivate delle persone, residenti del quartiere, hanno aperto il cancello e siamo riusciti a uscire. Ma mi hanno preso di nuovo, mi hanno trascinato per 500 metri, prima che mi riuscissi a liberare”.
Dopo di che, il quartiere, esasperato, ha chiesto la chiusura del centro di accoglienza.
Sulla vicenda sono in corso le indagini del caso, mentre sull’accoltellamento dell’eritreo (perpetrato a nome non si sa di chi) la procura indaga per tentato omicidio.
Secondo il consigliere comunale di Forza Italia, Davide Bordoni, “quello che è successo al Tiburtino III è un monito che non deve restare inascoltato. Lo scontro tra cittadini del quartiere e migranti ospiti del centro d’accoglienza è la diretta conseguenza di una forzatura voluta dal Governo”. Sicuramente, si pongono centri di accoglienza in zone già depresse e poi si lasciano scatenare le solite guerre fra poveri. Con conseguenze terribili.
Roversi Mg.