“Il vulcano è in fase di ricarica“! Così si esprimono i sismologi dell’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, in riferimento gli eventi sismici che si sono verificati tra il 19 e il 26 Agosto sul versante sud-occidentale dell’Etna.
L’istituto di geofisica e vulcanologia di Catania ha pubblicato una nota in cui si descrive l’intensa attività del vulcano più grande d’Europa: “Il primo sciame, con 70 terremoti […] ha interessato il versante occidentale dell’Etna, nei pressi dell’abitato di Adrano. Il terremoto più forte, di magnitudo 3.3, è avvenuto alle ore 13:38:10 ore italiane del 19 Agosto 2017 ad una profondità di 17 km“.
“Il secondo sciame, tra il 25 e il 26 agosto, con 23 terremoti registrati […] ha interessato un’area a sud di Adrano, tra gli abitati di Ragalna e Santa Maria di Licodia, con ipocentri compresi entro i primi 5 km di profondità”
“Il terzo si è verificato il 26 Agosto, nella stessa area interessata dallo sciame del 19 Agosto, con oltre 60 eventi a e profondità comprese tra 15 e 20 km. Il terremoto più forte, di magnitudo 3.1, è stato localizzato alle ore 22:46:21 ore italiane nei pressi di Adrano”.
“La sismicità descritta – dicono gli esperti – rientra tuttavia tra gli eventi vulcano-tettonici tipicamente registrati all’Etna, generati da stress tettonici regionali e/o da stress locali derivanti da migrazioni del magma all’interno della crosta […]. Dal punto di vista strumentale il rilascio energetico, associato all’attività sismica registrata tra il 19 ed il 26 Agosto, risulta il maggiore finora osservato a partire dall’anno 2000 in tale settore del vulcano“, chiariscono gli esperti che temono possenti esplosioni dei crateri del “Mungibeddu”.
MDM