Ieri pomeriggio sono stati convalidati gli arresti dei quattro immigrati colpevoli dello stupro della turista polacca e del trans il 25 ed il 26 agosto a Rimini. Il Gip del tribunale dei minori, Anna Filocamo, conferma nelle 7 pagine delle tre ordinanze ai danni dei due marocchini e del nigeriano che non poteva essere fatto altrimenti, poiché dagli interrogatori sono emersi dei dettagli aberranti che connotano l’aggressione e lo stupro con elementi di crudeltà disumana.
Dettagli di quella crudeltà sono scritti nero su bianco sulle pagine dei tre provvedimenti che racchiudono le testimonianza delle vittime, i referti del pronto soccorso che testimoniano le loro parole e le ammissioni dei tre minorenni che seppur tendono a scaricare la maggior parte delle colpe su congolese Butungu non negano le atrocità commesse durante l’aggressione.
I particolari più cruenti sono emersi dalla testimonianza della turista polacca, la quale afferma di essere stata importunata da un ragazzo che in inglese maccheronico le chiedeva da dove provenissero e che poi gli ha ordinato di consegnare il cellulare, quindi è cominciata l’aggressione: “Repentinamente venivamo aggrediti dall’uomo che avevamo di fronte, che subito colpiva il mio amico al volto, facendolo cadere a terra mentre dall’oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone, poi un terzo, che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo… mentre potevo accorgermi che il mio amico era immobilizzato pure lui sulla sabbia con una persona sopra, i tre, tenendomi anche per la gola quasi a strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro, mi calavano i pantaloni e poi gli slip”.
Dal racconto della ventiseienne polacca, dunque, emerge un’aggressione non solo brutale ma anche organizzata (a differenza da quanto affermato dai minorenni), ma ciò che fa accapponare la pelle è il sadismo con il quale i quattro ragazzi hanno continuato lo stupro: “Mentre i due mi tenevano ferma con le gambe aperte, il terzo abusava sessualmente di me, penetrandomi nella vagina, dando poi il cambio agli altri due, che mi penetravano anche loro nella vagina… durante questa interminabile azione, durata secondo me più di venti minuti, e mentre i miei aggressori mi dicevano in inglese ‘I kill you’, sentivo che il mio amico veniva picchiato brutalmente”.
Ad un tratto la ragazza è persino svenuta, ma questi, invece, di andarsene hanno atteso che si riprendesse ed hanno continuato ad abusarne prendendola sia dalla vagina che dall’ano: “Ancora immobilizzata da almeno due di questi, ancora di schiena sulla sabbia, venivo girata su un fianco e penetrata contemporaneamente da due di questi criminali sia in vagina sia nell’ano ove mi eiaculavano“.