Il Messico è sconvolto dalle conseguenze del violentissimo terremoto che ha colpito la regione del Chiapas. Una magnitudo altissima, 8.2, seguita da numerosissime repliche, di cui molte superiori al grado 6.
La fortissima scossa ha causato ingenti danni nella zona immediatamente prossima all’epicentro, arrivando a far tremare addirittura la capitale Città del Messico, che si trova a circa 1000 chilometri di distanza. In tutto, le vittime accertate finora sono 86, un numero decisamente inferiore al 1985, quando un evento sismico di simile intensità causò circa 10.000 morti e 30.000 feriti.
Per l’ambasciatore messicano in Italia, Juan José Guerra, che è stato anche ministro dell’ambiente nel suo Paese, il motivo è da ricercarsi nel lavoro di prevenzione adottato dal Messico dal 1985 ad oggi.
“Dopo l’85 siamo diventati consapevoli che andava modificato tutto nella costruzione degli edifici – ha detto Guerra al quotidiano “La Repubblica” – che erano necessarie regole antisismiche molto severe. Ed è stato fatto. Vecchi edifici costruiti prima del 1985 sono stati rinforzati. I nuovi sono stati costruiti con criteri antisismici e supervisionati dalla protezione civile”. Oltre ovviamente agli esercizi di simulazione, che vengono effettuati frequentemente.
Ma oltre a questo, ci sarebbe anche un dispositivo che permette ai messicani di mettersi in salvo: un sistema di “allarme sismico” che si attiva non appena la terra inizia a tremare. “Le sirene si mettono a suonare e i cittadini sanno, con uno o due minuti di anticipo, che arriverà l’onda sismica – spiega Guerra – Non è molto tempo ma consente alle persone di organizzarsi”.