La polizia nazionale spagnola ha preso d’assalto ministeri ed edifici appartenenti al governo regionale della Catalogna per fermare il referendum sull’indipendenza della regione.
La Guardia Civil, che agisce con l’autorità del ministero degli Interni di Madrid, è alla ricerca di prove riguardanti il referendum del 1° ottobre sull’indipendenza catalana, che la Corte Costituzionale spagnola ha dichiarato illegale.
I media spagnoli riferiscono che nelle prime ore del mattino, gli ufficiali armati hanno fatto irruzione nei vari ministeri catalani, tra cui il dipartimento dell’economia, degli affari esteri e il dipartimento degli affari sociali. Almeno dodici funzionari catalani sarebbero stati arrestati, tra cui il capo assistente del vice primo ministro della Catalogna, Josep Maria Jové. I pubblici ministeri hanno poi interrogato le persone arrestate, tra cui vari sindaci delle città catalane.
Al di fuori dei ministeri regionali si sono formate gruppi di persone a sostegno del governo provinciale per protestare contro le incursioni e le perquisizioni.
Dopo le notizie delle incursioni di mercoledì, i partiti politici separatisti hanno cancellato tutti i loro eventi politici programmati per il resto della giornata.
“E’ inaccettabile che vi siano prigionieri politici in una democrazia europea. Il Partido Popular ci conduce a una regressione autoritaria che non può essere tollerata“, ha detto un portavoce di Podemos sui social media.
I partiti di destra, tuttavia, hanno appoggiato l’operazione della polizia. Albert Rivera ha detto che ha sostenuto le incursioni perché il governo catalano aveva “ignorato la legge e stanno calpestando i nostri diritti“. Un portavoce del Partido Popular al potere ha detto che “lo Stato di diritto è più forte di quelli al di fuori della legge“.
Il governo provinciale della Catalogna si trova divisa in partiti separatisti di sinistra e di destra, che va dalla ‘Esquerra Republicana de Catalunya‘ fino alla ‘Convergencia Democrática de Cataluña‘.
Mario Barba